Il verbo può avere varie forme: attiva, riflessiva, pronominale e passiva.
La forma passiva si usa per esprimere un’azione subita dal soggetto.
Esempio di trasformazione da una forma attiva a una forma passiva:
Paolo (soggetto) legge (verbo attivo) un libro (complemento oggetto) ⇒ un libro (soggetto) è letto (verbo passivo) da Paolo (complemento d’agente).
Nel passaggio dalla frase attiva a quella passiva cambiano i ruoli sintattici degli elementi che formano la frase:
il soggetto ⇒ diventa complemento d’agente
il complemento oggetto ⇒ diventa soggetto
ma non cambiano i ruoli semantici e quindi il significato delle due frasi è lo stesso.
Hanno la forma passiva soltanto i verbi transitivi con il complemento oggetto espresso.
Il passivo si forma con l’ausiliare essere coniugato nel tempo del corrispondente verbo attivo, seguito dal participio passato del verbo. Il participio passato si accorda nel genere e nel numero con il soggetto.
Il soggetto della frase attiva corrispondente, preceduto dalla preposizione da, diventa complemento d’agente se è animato (una persona, un animale) o complemento di causa efficiente se è inanimato.
Il complemento oggetto diventa soggetto.
Esempio:
presente lui (soggetto) mangia (verbo attivo) la pizza (complemento oggetto) ⇒ la pizza (soggetto) è mangiata (verbo passivo) da lui (complemento d’agente)
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