Esso costituisce una unità logica oltre che sintattica, essendo le due azioni in stretto rapporto l’una con l’altra.
L’azione della principale è condizionata dalla circostanza espressa dalla subordinata.
Il periodo ipotetico consta di due elementi: APODOSI – PROTASI
APODOSI: nome con cui si designa la reggente per indicare che è una dichiarazione conclusiva
PROTASI: condizione intesa come premessa, ipotesi, da cui dipende l’azione principale.
Ad esempio, il periodo: Se fai questo sbagli è un periodo ipotetico in cui se fai questo è la protasi e sbagli è l’apodosi.
Si distinguono tre tipi di periodo ipotetico, secondo che l’ipotesi sia considerata reale, possibile, irreale.
1) periodo ipotetico della realtà:
la condizione è ritenuta realmente sussistente.
Il verbo si pone al presente o la futuro indicativo sia nella protasi che nell’apodosi.
Esempio: Se lasci la città (ipotesi reale), commetti un errore
Se andrai in campagna (ipotesi reale), ti divertirai.
Si ricordi poi che nel periodo ipotetico la protasi può anche essere espressa in forma implicita con il verbo al gerundio.
Esempio: lavorando (se lavorassi) troveresti di che sfamarti.
Ascoltando la radio (se ascolti la radio), non puoi studiare.
Proposizione Condizionale: Proposizione subordinata che esprime la condizione secondo la quale avviene o può avvenire ciò che è espresso nella proposizione reggente. La proposizione principale e la condizionale formano insieme il periodo ipotetico. Le congiunzioni che introducono una proposizione condizionale sono:
se, qualora, purché, ove, quando, a cui si devono aggiungere le locuzioni:
nel caso che, nell’eventualità che, a patto che, e simili.